Angelo3Chiara

Noi che insieme scoprimmo per caso l’amore per la montagna, vorremmo condividere con voi le nostre emozioni e le rare bellezze che in essa incontriamo

Pizzo Baciamorti m.2009 e Monte Aralalta m.2003

Domenica 8 marzo, festa della donna, in questo clima di apprensione per il diffondersi del Corona Virus e alcuni acciacchi fisici, pensiamo ad una ciaspolata tranquilla per non sprecare questa domenica di sole. Così partiamo alla volta della Val Taleggio. Giunti a Sottochiesa, paghiamo il pedaggio di 2 euro per proseguire sulla strada che in breve ci porta al piano erboso di Quindicina e Capo foppa m.1307. Parcheggiamo, ci prepariamo e iniziamo la nostra giornata “in the mountains”. Sono le ore 8.15, seguendo le indicazioni per il Passo Baciamorti iniziamo a salire per un sentiero poco innevato, al  bivio teniamo la destra, scendiamo un po, poi risaliamo  su larga strada a tratti innevata fino al sentiero, dove calziamo le ciaspole. Seguendo il sentiero 153 tracciato nella neve tagliamo a mezza costa nel bosco tutta la montagna, per poi risalire su ampi pendii, passando nei pressi della Baita Baciamorti m.1453.  Il sole di marzo si fa sentire, la neve compatta e liscia brilla sotto i suoi raggi e noi, ammaliati da questo paesaggio ci prendiamo i nostri spazi per assaporare questo momento. Giunti in cresta ci ricompattiamo e felici sorridiamo; ora un attimo di riposo, il tempo di un thè caldo con pane alle uvette fatto in casa, poi riprendiamo la ciaspolata… dopo aver superato due ragazze che senza ciaspole faticano la salita, in circa mezz’ora siamo in vetta al Pizzo Baciamorti m.2009. Spettacolo! Solo noi e la Madonnina in cima a questo fantastico balcone panoramico. Foto, thè e cioccolato, poi si continua a ciaspolare verso l’altra cima, il Monte Aralalta m.2006. Grazie ad una bellissima cresta dai profili morbidi imbiancati e modellati dal vento, arriviamo in cima. Da qui, scendiamo da un ripido pendio, risaliamo per alcuni metri e in questo piccolo colle ricoperto di neve troviamo una area pulita dal vento così decidiamo di sostare per pranzare con pane, uova, formaggio e finocchio. Il tempo sembra essersi fermato: soli in mezzo al nulla con un panorama  reso ancor più bello dalla neve. Sono le ore 12.00, dopo questo momento di relax, riprendiamo il cammino per raggiungere la Bocchetta di Regadur m.1.853, non prima di aver superato un breve ma delicato passaggio con l’aiuto del ramponi (sempre nello zaino), tagliando poi i ripidi pendii, scendiamo fino a raggiungere l’ex Rifugio Cesare Battisti attraverso il sentiero 120, qui, torniamo a calzare le ciaspole.  Continuiamo  in direzione del Rifugio Gherardi m. 1647, attraversando i Pian d’Alben completamente imbiancati, una volta al rifugio, troviamo molta gente, quindi non sostiamo e continuiamo seguendo la traccia battuta  che ci porta a Capo Foppa dove abbiamo lasciato la nostra auto per le ore 14.30, chiudendo uno splendido anello.

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percorso
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