Angelo3Chiara

Noi che insieme scoprimmo per caso l’amore per la montagna, vorremmo condividere con voi le nostre emozioni e le rare bellezze che in essa incontriamo

Lizza del Balzone, Passo Tombaccia, Campocatino, Eremo di San Viviano – Alpi Apuane

Ormai è chiaro, siamo innamorati delle Apuane! Così appena possiamo partiamo alla scoperta di questo territorio unico, questa volta su invito dell’amico Loredano passiamo due giorni fantastici in compagnia di ottime persone e visitando angoli nascosti che solo un apuano può regalarci.

GIORNO 1:

Via di Lizza del Balzone – Punta tre Uomini m.1329

Ore 3.30 suona la sveglia e dopo i preparativi siamo in viaggio… ore 8.00, puntuali giungiamo al punto di ritrovo, nei pressi di Vinca, non fa caldo, l’umido la fa da padrone anche a causa del corso d’acqua che passa proprio in questa valle e dopo alcuni minuti arriva Lorenzo, non è solo, con lui ci sono Gino e Giovanna, ci salutiamo e dopo aver portato una macchina in paese dove finiremo il nostro giro, torniamo al punto di partenza con l’altra. Ore 8.45 si parte, attraversiamo il Ponte sul Lucido poi per strada sterrata ci addentriamo in questa valle stretta, Valle della Canalonga, con alte pareti verticali che intimoriscono un pò, in testa alla valle abbiamo proprio il Balzone, punto da dove iniziava la teleferica, saliamo con passo regolare e nel mentre le chiacchiere aiutano a conoscersi, siamo al tratto attrezzato, pochi passi e con l’aiuto di un cavetto d’acciaio siamo sulla Via di Lizza nel tratto che sale la ripida parete, costruita nel 1887. Proseguiamo ascoltando i racconti dei nostri amici che ci aiutano a capire come un tempo gli uomini di questi luoghi portavano a valle i blocchi di marmo dopo averli cavati sulla sommità di questo promontorio. I resti lasciati da questi uomini straordinari che sul nostro cammino incontriamo ci lasciano senza parole: il cavo da 60 mm abbandonato che veniva usato per la teleferica, i tanti fori per i piri di legno, e l’incisione lasciata dallo sfregamento dei cavi usati per i trasporto del marmo a valle e infine la Via di Lizza, un lavoro monumentale che salendo la parete verticale sbuca su di essa, nel bosco da dove noi ci dirigiamo verso il belvedere: punto panoramico posto a 994 m. nei pressi della Torre di Monzone da dove alcuni cavi servivano la teleferica… la vista sul Balzone, la Via di Lizza, la Valle della Canalonga e in lontanaza il Pizzo d’Uccello lasciano senza parole. Sostiamo ammirando il panorama scaldati dal sole che finalmente vediamo alla nostra destra… che emozioni! Chiacchierando attraverso il bosco dai colori autunnali seguiamo la strada una volta usata dai mezzi di lavoro e ci portiamo in un punto panoramico non prima di aver visto i resti delle case dei Monzonesi usate per la settimana lavorativa, una vlta giunti al Balzone a 1042 m. dove troviamo i resti della Teleferica del Balzone, imponente opera costruita nel 1907 poi rivista tra  il 1924 e il 1927 che trasportava circa 30 tonnellate di marmo e autocarri dai bacini marmiferi del Borla e del Sagro a valle, ormai smantellata dal 1957,  rimane solo lo scivolo di cemento armato e una costruzione vicino che forniva l’energia necessaria. Un viaggio nella storia! Ora ci portiamo sul pendio della Punta tre Uomini, che prende il nome da tre “ometti” di pietra, costruiti dai pastori che portavano le loro pecore su questi pascoli di altura. Qui, con una salita improvvisata (non c’è il sentiero) raggiungiamo la cima! Wow! La vista è spettacolare, come del resto la giornata di oggi, dal primo uomo di Pietra scendiamo, passiamo il secondo e una volta al terzo, ci fermiamo per la nostra pausa pranzo. In totale relax chiacchieriamo, ci godiamo il momento e ammiriamo il panorama che ci circonda. Ore 12.45, si scende, come per la salita raggiungiamo “a occhio” la strada marmifera di prima fino all’inizio del sentiero che i cavatori usavano  per tornare a Vinca, ripercorrendo i passi di questi uomini raggiungiamo un ponticello ancora in uso dove i segni del tempo si fanno vedere, proprio qui arrivano due ragazzi verso di noi, è il mitico Diegone con un amico che sapendo del nostro giro ci viene incontro… un abbraccio è d’obbligo! Felici di esserci conosciuti di persona, ci diamo appuntamento in quel di Vinca per una birra e focaccina da Andreina. Ore 15.00 circa ci troviamo tutti insieme da Andreina e in un bel clima di amicizia condividiamo un’oretta chiacchierando soprattutto di Apuane, il catalizzatore che unisce tutti noi in un’unica passione. La stanchezza si fa sentire… almeno per noi, così dopo i saluti e gli arrivederci ci spostiamo verso Gramolazzo dove una volta in hotel, ci aspetta una bella doccia calda e riposo. Per la sera: appuntamento insieme a Loredano a la sua splendida famiglia per una pizza in quel di Gorfigliano.

GIORNO 2:

Passo Tombaccia – Campocatino – Eremo di San Viviano

Domenica 31 ottobre ore 8.30, dopo la colazione lasciamo l’hotel e insieme all’amico Loredano ci dirigiamo a Gorfigliano per una camminata tranquilla prima del nostro rientro. Il tempo ce la dà buona. Seguendo l’amico Loredano, attraverso un sentiero conosciuto da lui andiamo al sentiero che da Campocatino porta al Passo della Tombaccia m.1360 dove troviamo un ripiano roccioso con una vista unica sul Monte Pisanino e sul Monte Cavallo, alla nostra sinistra invece vediamo il Passo della Focolaccia, dove purtroppo si vede un vero scempio con le cave che stanno portando via una buona porzione di montagna. Dopo le foto e le info del luogo, scendiamo verso Campocatino, un antico alpeggio di pastori. Lo attraversiamo e alla nostra destra ad osservarci l’imponente Roccandagia. Qui prendiamo il sentiero che porta all’Eremo di San Viviano (Viano), per un facile sentiero raggiungiamo l’eremo situato in un suggestivo ambiente con  l’edificio incastonato nella roccia a strapiombo sulle balze orientali della Roccandagia, ancora qualche bello scorcio sulla valle di Arnetola… qui apprendiamo da Loredano che il Beato Viviano viene festeggiato nel giorno più antico della sua ricorrenza, il 22 maggio come patrono del Parco delle Apuane. Contenti e onorati di questa visita, torniamo verso Campocatino ascoltando con curiosità i racconti del nostro amico cresciuto proprio in questi luoghi. Da qui seguiamo la strada asfaltata che in breve ci riporta alla macchina. Ora però è giunto il momento dei saluti, con un pizzico di emozione ci salutiamo ringraziando di cuore Loredano per averci accompagnato insieme ai suoi “Bastraoni Apuani” in questa avventura nel cuore delle Alpi Apuane ricca di storie e angoli nascosti tutti da scoprire… grazie di cuore a tutti e alla prossima avventura… in the Apuan Alps!

 

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